Nella scelta della casa da comprare o dell’immobile da locare sono sempre state tante le caratteristiche da tenere in considerazione, come ad esempio la metratura, la zona, i costi di gestione, ma solo negli ultimi anni si è aggiunto un nuovo indice da valutare con attenzione: la prestazione energetica degli edifici.
Comprare o affittare un immobile significa mettere in conto non solo il costo del trasferimento dell’edificio, ma anche i costi successivi dovuti alle spese sia di ristrutturazione che di gestione ordinaria, come le utenze dell’energia necessaria per riscaldare, rinfrescare e mantenere la temperatura dell’abitazione.
Quanto incide sui costi iniziali la prestazione energetica degli edifici?
Cos’è e come viene stabilita la classe energetica di un immobile
Per prestazione energetica di un edificio si intende la quantità annua di energia primaria effettivamente consumata o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare, con un uso standard dell’immobile, i vari bisogni energetici dell’edificio, la climatizzazione invernale ed estiva, la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari e la ventilazione.
In base alla normativa contenuta nel decreto legge n. 63 del 4 giugno 2013, l’Attestazione di Prestazione Energetica (APE) rientra in una serie di misure che hanno come scopo, tra gli altri, quello di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici e di favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabili nei fabbricati.
Si tratta di un documento rilasciato da esperti qualificati e indipendenti che attesta la prestazione energetica di un edificio attraverso l’utilizzo di specifici descrittori, fornisce raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica e ha una validità temporale massima di dieci anni.
Quando serve l’APE e come incide sul valore dell’immobile
Esclusi gli edifici di nuova costruzione, la cui attestazione viene prodotta prima del rilascio del certificato di agibilità a cura del costruttore, il proprietario dell’immobile è tenuto a produrre l’attestato di prestazione energetica nel caso di vendita, di trasferimento a titolo gratuito o di nuova locazione di edifici o unità immobiliari, quando l’edificio o l’unità non ne sia già dotato.
In tutti i casi, il proprietario deve rendere disponibile l’attestato di prestazione energetica al potenziale acquirente o al nuovo locatario all’avvio delle rispettive trattative e consegnarlo alla fine delle medesime.
In caso soprattutto di compravendita classe energetica e valore immobile possono essere correlati, in quanto la prima incide necessariamente, anche se non ancora sensibilmente, sul prezzo del fabbricato.
Infissi vecchi, impianti di riscaldamento dell’acqua obsoleti o sistemi di rinfrescamento dispendiosi fanno salire i costi di gestioni che l’acquirente o il conduttore dovrà sostenere oltre al pagamento del prezzo dell’immobile. Per questo esiste un’incidenza della classe energetica sul valore dell’immobile.
Correlazione prezzo-prestazione energetica: i dati
Secondo la relazione annuale dell’ENEA (l’Agenzia Nazionale Efficienza Energetica) nel 2018 la percentuale di edifici non di nuova costruzione sottoposti a ristrutturazione che sono risultati appartenenti alle classi energetiche più performanti è cresciuta del 12% rispetto all’anno precedente.
Secondo il rapporto, il miglioramento della qualità energetica degli edifici immessi sul mercato immobiliare nel 2018 può avere differenti spiegazioni. Sicuramente è emerso che sia chi compra (quasi l’80%) che chi vende (87%) ha almeno una capacità sufficiente di apprezzare e valorizzare la qualità energetica degli immobili, con una utilità percepita dell’attestato energetico di circa il 72% da parte del campione intervistato.
Ciò nonostante, la qualità energetica dell’edificio rimane tra gli ultimi elementi che influenzano le scelte di chi compra un immobile, dopo l’ubicazione, l’esposizione e la vicinanza ai servizi e il deprezzamento immobili per classe energetica non è ancora consistente.
Nonostante l’incremento della sensibilità nei confronti dell’argomento, l’evidenza dimostra che la cultura del risparmio energetico in edilizia e, in particolare, la riqualificazione energetica, non sono ancora diventati una vera e propria pratica sociale la cui comprensione aumenterebbe le possibilità di stimolare il cambiamento comportamentale verso un uso più razionale e sostenibile delle risorse naturali.