Hai pensato di richiedere il bonus ristrutturazione 2022 ma con il nuovo anno vuoi assicurarti che ci sia la stessa possibilità di sfruttare questa agevolazione?
Anche nel 2023 tutti coloro che effettuano opere di tipo edilizio in un edificio ad uso abitativo possono usufruire del bonus ristrutturazione. La detrazione è valida per le spese attuate entro il 31 dicembre 2024, in riferimento a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e riqualificazione edilizia. Si tratta di una sottrazione del 50% sull’IRPEF, fino ad un massimo di 96.000 euro di spesa. A seguire, alcune informazioni per capire come funziona, a chi spetta e cosa comprende.
Che cos’è il bonus ristrutturazione?
Come appena accennato, il bonus ristrutturazione è un’agevolazione fiscale sull’IRPEF rivolta a tutti coloro che realizzano lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria in edifici singoli o in condominio. Applicabile alle spese effettuate dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, è pari al 50% e deve essere suddiviso in 10 quote annue, di pari importo e per un massimo di spesa di 96.000 euro.
Previsto dall’articolo 16-bis del Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) 917 del 1986, il bonus ristrutturazione ha subito varie proroghe e numerose modifiche. Nello specifico, il Decreto Rilancio ha esteso la possibilità di cessione del credito anche per tale agevolazione, in aggiunta a tutti gli interventi facilitati con l’Ecobonus 65%, il Superbonus 110% e il Sismabonus.
Come ottenere bonus ristrutturazione?
Tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, residenti o meno in Italia, hanno diritto a richiedere il bonus ristrutturazioni. Vediamo, nel dettaglio, quali soggetti possono richiedere la detrazione:
Imprenditori individuali, solo per immobili non compresi fra quelli strumentali o merce;
Soci di società semplici;
Soci di cooperative divise e indivise;
Proprietario o nudo proprietario;
Inquilino o comodatario.
Inoltre, a patto che siano intestatari di fatture e bonifici e sostengano le spese, anche i seguenti soggetti hanno diritto a tale agevolazione:
Convivente more uxorio. In questo caso, la possibilità è valida per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016, purché il soggetto non sia proprietario dell’immobile oggetto dei lavori e nemmeno titolare di un contratto di comodato.
Familiare convivente del detentore o possessore dell’edificio ad uso abitativo oggetto dell’intervento. Rientrano il coniuge, i parenti fino al terzo grado e gli affini entro il secondo grado.
Coniuge separato a cui è delegata la proprietà intestata all’altro coniuge.
Questi sono casi particolari. Posto che ci siano tutte le condizioni, la detrazione è richiedibile anche se è il proprietario dell’immobile ad essere l’intestatario delle abilitazioni comunali.
La condizione di comodatario o convivente deve sussistere nel momento in cui si comunica l’inizio dei lavori.
Come richiedere il bonus ristrutturazione?
Specifichiamo che, come tutte le detrazioni, non esiste una vera e propria domanda perché il bonus ristrutturazione si presenta in fase di dichiarazione dei redditi. Come si fruisce?
La prima modalità avviene, appunto, in fase di dichiarazione dei redditi, tramite la presentazione del modello redditi persone fisiche (ex modello Unico). Come spiegato in precedenza, l’importo va ripartito in 10 quote annuali, che abbiano lo stesso importo. Per facilitare la pratica, l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione alcuni specifici modelli di dichiarazione.
Lo sconto immediato in fattura, invece, permette di pagare il 50% della spesa totale, senza dover aspettare 10 anni per riottenere il 50% con le detrazioni fiscali.
In ultimo, mediante credito d’imposta cedibile, utilizzabile secondo specifiche regole e relativamente ai soggetti autorizzati.
Cosa rientra nel bonus ristrutturazione?
L’agevolazione fiscale del bonus ristrutturazione può essere applicata a differenti lavori sulle unità immobiliari residenziali e sui condomini. Rientrano fra questi:
- Gli interventi elencati nel Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. Parliamo di lavori di ristrutturazione edilizia, restauro, risanamento conservativo e manutenzione straordinaria, riferibili alle singole unità immobiliari residenziali di qualunque categoria catastale.
- Le attività necessarie al ripristino dell’immobile danneggiato a causa di eventi calamitosi, a patto che sia stato dichiarato lo stato di emergenza.
- Le opere di ristrutturazione edilizia, manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, attuate su tutte le parti comuni dei condomini.
- I lavori dedicati alla costruzione di autorimesse o posti auto riservati ai proprietari delle abitazioni.
- Gli interventi rivolti all’eliminazione delle barriere architettoniche, che abbiano come oggetto montacarichi e ascensori. Ad esempio, la costruzione di un elevatore fuori dall’abitazione.
- Le opere di bonifica dall’amianto e di esecuzione di lavori volti a evitare gli infortuni domestici. Il bonus ristrutturazione è valido anche per una semplice riparazione di un impianto non sicuro realizzato all’interno dell’immobile. Si pensi alla riparazione di una presa malfunzionante o alla sostituzione di un tubo del gas. Anche l’impianto di vetri anti-infortunio rientra tra gli interventi agevolabili.
- I lavori atti a sostituire il gruppo elettrogeno di emergenza esistente con generatori di emergenza a gas di ultima generazione.
- Gli interventi dedicati alla cablatura degli edifici, all’adozione di misure di sicurezza antisismica dell’immobile, alla riduzione dell’inquinamento acustico e all’ottenimento di un risparmio energetico.
- Le attività mirate a prevenire il rischio di atti illeciti a parte di terzi. Parliamo di furti, aggressioni, sequestri di persona, in generale qualunque reato che comporta la lesione dei diritti protetti a livello giuridico.